Limite contanti, dietrofront: resta a 2.000 euro anche nel 2022

Il tetto ai contanti, che dal 1° gennaio 2022 è sceso a 1.000 euro, torna a 2.000 euro per tutto l’anno, rimandando al 2023 l’entrata in vigore del limite. E’ il frutto dell’esame alla Camera degli emendamenti al decreto Milleproroghe.

Maggioranza spaccata

La neutralizzazione per un anno del nuovo limite ai contanti si materializza nella spaccatura dentro la maggioranza di governo, con Lega e Forza Italia che hanno votato insieme a FdI l’emendamento contro il parere del governo. La modifica, che sposta l’entrata in vigore della soglia più bassa dal 1° gennaio 2022 al 1° gennaio 2023, è passata per un solo voto con il parere contrario del governo. Una mossa che ha il chiaro significato di non lasciare a Giorgia Meloni l’esclusiva sul tema e sui temi di opposizione in generale, ma che potrebbe evidentemente anche avere ricadute sul governo nel breve-medio termine.

Ora l’Aula

Se l’Aula confermerà questa indicazione, fino al 1° gennaio 2023 sarà possibile pagare in contanti un acquisto di valore non superiore a 1.999,99 euro. Occorrerà, appunto, che il Parlamento dia il via libera definitivo. Fino a quel momento, il limite dell’uso dei contanti resta fissato in 999,99 euro. Occorrerà vedere se il via libera definitivo alla Camera comporterà un dietrofront, oltre che sul limite dei pagamenti, anche sulle sanzioni previste per i trasgressori. In pratica, con la soglia a 1.999,99 euro si pagava una sanzione minima di 2.000 euro, mentre con l’attuale tetto di 999,99 euro si paga una sanzione minima di 1.000 euro.

Prelievi e versamenti

Se anche venisse modificata di nuovo la soglia sull’uso dei contanti, nulla cambia per quanto riguarda prelievi e versamenti in banca, poiché non si tratta di trasferimenti di denaro tra due soggetti diversi bensì di movimenti che interessano una sola persona. Sarebbe dunque lecito andare in banca a ritirare 2.500 euro, mentre non sarà consentito utilizzarli tutti insieme per fare un solo pagamento.

Governo sotto

Nella notte il governo sarebbe andato sotto quattro volte: oltre che sul tetto del contante, contro il parere dell’esecutivo è passato l’emendamento che prevede il dietrofront sull’Ilva, così come sono state approvate norme sulle graduatorie della scuola e i test sugli animali.

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