Com’è stato realizzato l’NFT di Lamborghini chiamato Space Time Memory

Gli NFT (acronimo di non-fungible token) sono una delle “passioni” del momento nel mondo della tecnologia. Grandi brand e personaggi celebri stanno investendo tempo e denaro nella loro creazione (da GameStop a YouTube fino a Vodafone). Anche aziende non necessariamente tecnologiche hanno cercato la strada in questa direzione e un esempio arriva da Lamborghini con il suo NFT intitolato Space Time Memory.

A realizzarlo è stato l’artista Fabian Oefner che è rinomato per i suoi lavori particolari che hanno come soggetti oggetti di design e naturalistici. In passato lo stesso Oefner aveva realizzato una fotografia di una Miura “esplosa” ed è stato poi ingaggiato da Audi per celebrare il successo della R8. Successivamente tra le altre opere c’è quella che racconta, attraverso le informazioni raccolte da un drone, l’evoluzione (in negativo) dei ghiacciai alpini della Svizzera. La sua fantasia e immaginazione è stata dunque messa “al servizio” del primo NFT di Lamborghini suddiviso in più parti e vendute all’asta fino a ieri.

Il primo NFT di Lamborghini realizzato da Fabian Oefner

Secondo quanto raccontato dallo stesso Oefner sul suo profilo Instagram, il lavoro è iniziato pensando a come comporre la fotografia alla base dell’NFT. In particolare l’artista si è ispirato a due soggetti chiave come il razzo Saturn V che decollava nel 1969 per le missioni Apollo verso la Luna e la statua di Nike di Samotracia che si trova al Louvre. Una volta tenuti a mente questi due elementi sarà più facile capire l’opera completa.

Dopo aver pensato la struttura principale, si è passati alla modellazione in scala 1/8 per avere un’idea più chiara di quelli che saranno i vari punti importanti quando ci sarà la fase di scatto in studio. Oefner non solo ha realizzato il modello in scala ma anche utilizzato degli schizzi su carta per comporre la scena. A questo punto inizia la vera e propria fase di analisi. L’artista ha studiato le 200 pagine del catalogo di componenti dell’Aventador LP 780-4 Ultimae che sarà il soggetto dell’NFT Lamborghini.

Il contatto tra fotografo e la società è stato fondamentale decidendo quali parti erano necessarie e in quali giorni. A questo punto Oefner è stato invitato a Sant’Agata Bolognese per iniziare la creazione dell’opera digitale. Erano presenti due Aventador LP 780-4 Ultimae: una completamente disassemblata e un esemplare finito. Sono state studiate le varie componenti prendendone familiarità così che in foto apparissero coerenti con la struttura.

Lo stesso Oefner “si è sporcato le mani” assemblando parte del motore V12 dell’Aventador per prepararlo per le fotografie successive. Una delle parti più complicate del lavoro per Lamborghini era avere la giusta prospettiva una volta che le varie componenti erano in posizione. La fotocamera impiegata è stata una Phase One XF IQ4 150MP con risoluzione di 150 MPixel e sensore medio formato. Il lavoro di scatto delle componenti è durato cinque giorni dovendo catturarne ben 1500. Per quanto riguarda la scocca, questa è stata fotografata direttamente nella fabbrica dopo la verniciatura.

Finita qui? Assolutamente no. Come si può vedere nell’immagine finale, la Lamborghini “esplosa” sembra sospesa sopra la Terra. Quello non è uno stratagemma fotografico o editing fotografico ma una fotocamera è stata attaccata a un pallone meteorologico e quest’ultimo fatto volare fino a 30 km di quota. Una volta ottenuto lo sfondo è stato il momento di assemblare le varie componenti in un’unica immagine. Il file finale, secondo Fabian Oefner, aveva una dimensione di 25 GB con moltissimi livelli. L’opera era quindi conclusa.

Per quanto riguarda invece l’operazione NFT di Lamborghini, sono state realizzate cinque versioni differenti visibili sul sito dedicato. Il compratore avrà un supporto realizzato in fibra di carbonio da parte del produttore e poi inviato nello Spazio a bordo della ISS nel 2020. All’interno è presente un QR Code che dà accesso all’NFT correlato. La risoluzione dell’immagine è così elevata (600 MPixel) che l’utente potrà ingrandirla fino a vedere l’ordine di accensione del V12 o anche le più piccole componenti che Oefner ha voluto fotografare per dare ancora più verosimiglianza alla scena.

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